Che farina usano gli italiani per fare la pasta?
Sai Che farina usano gli italiani per fare la pasta? Questa domanda nasce spontanea perché gli italiani apprezzano il buon cibo. Amano sia cucinare che sedersi a tavola per mangiare e conversare con familiari e amici, soprattutto la domenica. Grazie alla cucina regionale, ci sono molti piatti tra cui scegliere. Tutte le nazioni che sono passate per l’Italia (francesi, spagnoli, arabi, austriaci) hanno lasciato le loro ricette e i loro sapori. Oggi la cucina italiana è conosciuta in tutto il mondo. Ovunque puoi trovare ristoranti italiani dove puoi mangiare dell’ottima pasta.
Ma quando è “nata” la pasta?
La pasta ha una storia antichissima e ricca di aneddoti iniziata 7.000 anni fa. In un’epoca in cui l’uomo abbandonò lo stile di vita nomade e cominciò a coltivare la terra. Ha scoperto il grano. Imparò a coltivarlo sempre meglio, a macinarlo in farina, che poi mescolò con acqua e spianò la pasta. Poi lo ha cotto su una pietra calda. Cicerone e Orazio, 100 anni prima di Cristo, godevano di qualcosa che chiamavano lagana. Si trattava di strisce di pasta sottile di farina e acqua immerse nell’olio, da qui nascono le nostre lasagne.
Marco Polo ha portato gli spaghetti dalla Cina
Secondo la leggenda già nel 1292 Marco Polo ha portato gli spaghetti dalla Cina. Tuttavia, questa convinzione è falsa. Sono molti i documenti che confermano l’esistenza della pasta Italia ancor prima del suo viaggio. Secondo questi studi furono molto probabilmente gli arabi a introdurre la pasta nella cucina italiana intorno all’anno 1000. In un documento del 1154, il geografo arabo Al-Idrin parla di un “alimento farinoso a forma di fili” chiamato triyah., si ritiene che la pasta, intesa appunto come pasta, sia stata creata in Sicilia, più precisamente nella località di Trabìa, vicino Palermo, e in effetti i siciliani sono da secoli veri e propri maestri nella cucina della pasta.
Quanti tipi di pasta ci sono in Italia?
Attualmente, più di 300 tipi di pasta prodotto in 120 stabilimenti. Si possono classificare come secchi e freschi (interi o occhiati), corti, delicati, lisci, rigati. Le innumerevoli varietà di pasta si differenziano infatti per tipologia di impasto, formato, superficie ed eventuale presenza di ripieno. Vale la pena ricordare che agli inizi degli anni ’90 erano presenti sul mercato italiano oltre 400 formati di pasta.
Qual è la differenza tra pasta fresca e secca?
La pasta fresca è un prodotto che deve essere conservato in frigorifero, mentre la pasta secca può trovarsi su un ripiano della credenza. Il primo è a base di acqua e farina (a volte anche con uovo) e ha una scadenza limitata.
Secondo alcuni studi l’Italia è il Paese con il più alto consumo di pasta. Ogni anno si perdono circa 28 kg pro capite. Sono anche il suo più grande produttore. Il primato indiscusso del formato più venduto in Italia è Spaghetti. Li troviamo in tutte le tradizioni culinarie regionali, dal nord al sud Italia. Hanno un ottimo sapore in combinazione con tutti i tipi di spezie e salse.
I 10 formati di pasta più venduti in Italia
classifica I 10 formati di pasta più venduti in Italia secondo i dati forniti dalle principali aziende del settore:
- Spaghetti
- Penne rigate
- Fusilli
- Rigatoni-Eliche
- Spaghetti grossi
- Mezze penne rigate
- Vermicelli
- Mezze maniche – Cravattine – Spaghetto quadrato
- Maccheroni
- Elicoidali – Paccheri
A seconda del tipo formati di pasta sono divisi in due categorie:
Pasta lunga
- largo (lasagne, reginette, pappardelle);
- stretti (capellini, tagliolini, fettuccine);
- a sezione rettangolare o lenticolare (trenette, linguine);
- sezione rotonda (spaghetti, vermicelli);
- con sezione traforata (bucatini).
Pasta corta
- pasta fine per zuppe (quadrucci, stelline, ditalini);
- mediocre(conchiglie, orecchiette);
- lunghi (rigatoni, fusilli);
- ripieni (ravioli, agnolotti).
Dipende da Le caratteristiche superficiali della pasta vengono suddivise in tre tipi:
- volpi – liscio
- ruvide – poroso, grazie al quale la salsa aderisce meglio
- rigato– apprezzati per la loro capacità di trattenere i sughi
Se sappiamo quale farina usano gli italiani per fare la pasta, possiamo classificarla in base alla sua composizione:
– pasta di semola di grano duro – l’impasto contiene semola di grano duro, acqua e altra crusca. Tra i requisiti per qualificarsi per questa categoria figurano un contenuto massimo di umidità del prodotto finale pari al 12,50%;
– pasta con semola integrale di grano duro – l’impasto contiene semola integrale di grano duro e acqua. È caratterizzato da un maggior contenuto di fibre;
– pasta all’uovo – l’impasto contiene semola, acqua e uova (non meno di 4 uova intere di gallina/kg). È caratterizzato da un maggior contenuto di nutrienti proteici;
– pasta fresca – l’impasto è preparato con farina di grano tenero. Il prodotto finale è caratterizzato da un’umidità variabile che varia dal 24-30%. Deve essere conservato ad una temperatura non superiore a +4°C con una tolleranza fino a 2°C;
– pasta stabilizzata – il prodotto finale abbia un’umidità non inferiore al 20%;
– pasta dietetica – caratterizzato da una specifica combinazione di ingredienti. Si dividono in senza glutine, senza proteine, integrali e a cottura rapida (contenenti maggiori quantità di acqua);
– pasta speciale – l’impasto contenga ingredienti alimentari aggiuntivi (es. spinaci e pomodoro).
La migliore farina per pasta fresca
La pasta all’uovo è tipica del nord Italia. In particolare per l’Emilia-Romagna e il Piemonte, dove solitamente è prodotto solo con farina di grano tenero. Le regioni settentrionali, infatti, storicamente producono soprattutto grano tenero, ideale per le tagliatelle all’uovo.
Tra le paste fresche ci sono quelle ripiene, come tortelli e ravioli. Dovranno essere stesi sottili per poter accogliere il ripieno. Richiedono quindi un contenuto di semola di grano duro maggiore rispetto, ad esempio, alle tagliatelle – e a quelle senza ripieno, che possono essere preparate anche senza l’aggiunta di semola.
La pasta fresca senza uova è tradizionalmente presente nelle regioni del centro-sud. Stiamo parlando, ad esempio, di cavatelli, orecchiette, scialatielli, che si preparano impastando solo semola di grano duro e acqua, è meglio utilizzare acqua tiepida per facilitare l’operazione di impasto.
Differenza tra farina tipo “00” e farina tipo “0”.
Partendo dalle farine più leggere fino a quelle più scure e ricche di fibre, parliamo delle farine “00”, “0”, “1”, “2” e integrali. Possiamo dire con certezza che la pasta fresca all’uovo nella tradizione italiana è sempre stata preparata con farine leggere, che in passato venivano accuratamente setacciate dalle massaie per eliminare eventuali grumi.
Questa regola vale ancora oggi e potete utilizzare la farina “00” o “0” per realizzare le tradizionali tagliatelle all’uovo. Ma quale di queste due tipologie è migliore dell’altra? Infatti la differenza tra farina tipo “00” e farina tipo “0” è legata al parametro ceneri (ovvero il residuo che rimane dopo aver riscaldato un campione di farina ad una temperatura superiore a 600°C). Per i primi non può superare lo 0,55% e per i secondi lo 0,65%. La differenza è quindi piuttosto trascurabile, tanto che anche un occhio allenato difficilmente riesce a distinguere le differenze tra le due tipologie di farina.
Indipendentemente dal fatto che utilizziamo farina “0” o “00”, siamo sicuri di ottenere ottimi risultati vista la semplicità della ricetta. Il prodotto risultante risulterà leggermente “grigio” a fine preparazione, ma questo non è un difetto e non è colpa della farina! W rzeczywistości podczas gotowania wysoka temperatura sprawi, że jajko ponownie nabierze żółtego koloru, a co za tym idzie, również ugotowany makaron nabierze zachęcającej, charakterystycznej barwy.
Come cucinare la pasta?
Ecco alcuni semplici consigli per cucinare la pasta. Cuocere la pasta sempre in abbondante acqua: circa 1 litro ogni 100 g di pasta (esempio: 300 g di pasta e 3 litri di acqua). Scegliamo la nostra taglia appropriata pentola fate attenzione che l’acqua non raggiunga i bordi, perché la pasta può aumentare il suo volume fino a tre volte durante la cottura. Calcoliamo circa 10g di sale per ogni litro d’acqua e aggiungiamo il sale solo quando l’acqua bolle. Se state cucinando la pasta fresca, aggiungete un filo d’olio all’acqua bollente. Dopo aver aggiunto la pasta, non appena l’acqua riprenderà a bollire, abbassare la fiamma mantenendo il liquido a leggero bollore. Per garantire una cottura uniforme della pasta, mescolate spesso durante la cottura. La pasta va scolata molto al dente, in questo modo assorbirà meno acqua durante la cottura e risulterà più digeribile e saporita. Se volete aggiungere la pasta in padella fatela cuocere almeno un minuto in meno.
Regole base per servire la pasta
Come per la preparazione dei piatti, anche la loro presentazione attraverso la scelta delle stoviglie o delle stoviglie giuste è importante. Se parliamo di etichetta, ci sono delle buone pratiche da seguire. Innanzitutto, il tempo di cottura è fondamentale per il successo della tua presentazione. Cuocere per il giusto tempo per evitare che si bruci è la regola base. Infatti gli spaghetti troppo cotti non saranno né piacevoli né da vedere né da mangiare. Vale anche la pena scegliere recipienti adeguati in rame o acciaio inossidabile.
Sappiamo già quale farina usano gli italiani per fare la pasta, ma per loro servono piatti di buona qualità!
La scelta delle pentole è importante quanto quella delle piastre: in genere i fondi piatti sono l’alternativa migliore, mentre i fondi profondi sono adatti per zuppe e paste con molto sugo. Come per ogni altro tipo di presentazione culinaria, è importante mantenere un equilibrio tra gli elementi: il piatto non può essere troppo ricco o avere troppo spazio vuoto nel piatto. La disposizione dovrà inoltre essere armonica e coerente con la forma del vaso. Se il piatto è rotondo è meglio disporre la pasta al centro, se è quadrato potete sfruttare appieno gli angoli, ma senza esagerare. Presentare gli spaghetti al centro del piatto con la tecnica del mestolo e della forchetta ( Arrotolare la pasta attorno alla forchetta aiutandovi con un mestolo o un cucchiaio ) è un procedimento preferito dagli chef più alla moda, ma non è certo l’unico modo per sorprendere gli ospiti.
Colori e consistenze sono altri elementi da considerare quando si presenta un piatto di pasta. Il punto di partenza è rendere più attraente il piatto, nostro protagonista, quindi le stoviglie bianche saranno perfette per i rigatoni al pomodoro, ma meno per le pennette alla panna, a meno che la besciamella non sia incorniciata da decorazioni che segnano il confine tra il bianco del piatto e del cibo servito. La soluzione migliore per le pennette, però, è quella di utilizzare un piatto colorato.
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