Cavallo purosangue inglese – il folblut che ha dato origine all’equitazione sportiva moderna

Velocità superiore ai 70 km/h al galoppo, prezzi d’asta che raggiungono milioni di dollari e, nel pedigree di ogni moderno purosangue inglese, uno dei soli tre capostipiti del XVII secolo: il cavallo purosangue inglese è probabilmente la razza di animale da allevamento più esclusiva al mondo. In Polonia è comunemente conosciuto come ” folblut ” o “inglese”, anche se il nome ufficiale è Thoroughbred. Si tratta di una razza chiusa, allevata principalmente per le corse, il cui libro genealogico viene tenuto con una precisione maniacale da quasi 300 anni.
Cosa distingue il folblut? In breve:
- struttura leggera ed elegante – gambe lunghe, collo slanciato, testa delicata
- temperamento focoso – grande energia, sensibilità, a volte nervosismo
- velocità e resistenza estreme – nessun altro cavallo ottiene risultati simili in pista
Sono cavalli per cavalieri esperti, che sanno come gestire questo potenziale esplosivo.
Folblut da Newmarket – perché questo cavallo non ha ancora eguali

foto: equestrian.studio
Perché l’argomento è ancora attuale? Perché le corse dei cavalli sono un business globale che vale miliardi e i purosangue inglesi influenzano geneticamente quasi tutti i cavalli sportivi moderni – dagli saltatori ai cavalli da completo. Allo stesso tempo, la razza suscita controversie: l’etica dell’allevamento focalizzato solo sui risultati, gli infortuni nei cavalli giovani, la pressione finanziaria. La fascinazione si intreccia qui con domande sul benessere animale. Ma prima di passare alle polemiche, conosciamo la storia – dalle prime galoppate a Newmarket fino agli odierni ippodromi.
Da Byerly Turka al Kentucky Derby – la storia del purosangue inglese
L’attuale purosangue inglese è il risultato di quasi quattro secoli di instancabile selezione – da quando, nel XVII secolo, gli inglesi ebbero l’idea di incrociare cavalli orientali con giumente locali adatte al galoppo. In realtà, questo esperimento ebbe un tale successo da diventare il modello per tutto il moderno mondo delle corse.
I tre padri del purosangue inglese: Byerly Turk, Darley Arabian, Godolphin Arabian
Alla fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo in Inghilterra arrivarono tre stalloni orientali: Byerly Turk (circa 1680), Darley Arabian (1704) e Godolphin Arabian (circa 1729). Furono incrociati con le “running mares” inglesi, giumente locali dotate di buona velocità. Il risultato? Circa il 95% di tutti i thoroughbred moderni discende direttamente da queste tre linee maschili. È un po’ come se metà dell’umanità portasse i geni di soli tre uomini: un collo di bottiglia genetico, ma dal punto di vista dell’allevamento – un effetto spettacolare.
Nel 1750 fu fondato il The Jockey Club, che regolamentò le regole delle corse, e nel 1791 fu pubblicato il General Stud Book – il primo libro genealogico chiuso. Da quel momento venivano registrati solo i cavalli con una purezza genealogica documentata. Newmarket era già da tempo un centro ippico (la prima corsa pubblica nel 1634), ma fu proprio allora che la razza assunse la sua vera forma.
| Anno | Evento |
|---|---|
| 1634 | La prima corsa pubblica a Newmarket |
| 1750 | La fondazione del The Jockey Club |
| 1791 | Edizione del General Stud Book |
| 1875 | Inaugurazione del Kentucky Derby negli Stati Uniti |
Da Newmarket al mondo: come il Thoroughbred ha conquistato il globo
XIX e XX secolo sono l’era dell’espansione. I purosangue inglesi arrivarono negli Stati Uniti, in Irlanda, Australia, Giappone. Nel 1875 a Louisville fu inaugurato il Kentucky Derby – oggi la corsa più famosa al mondo. Nacquero le Triple Crown, le corse di gruppo, le puntate milionarie. Dopo la Seconda guerra mondiale l’industria delle corse si sviluppò a ritmo vertiginoso – dagli Stati Uniti al Giappone fino a Dubai.
In Polonia i primi purosangue inglesi apparvero già nel XVIII secolo, ma la razza non ha mai dominato l’allevamento come, ad esempio, gli arabi a Janów Podlaski. Per l’esercito i purosangue inglesi erano apprezzati come cavalli veloci e resistenti, oggi l’allevamento è di nicchia ma prestigioso – alcune scuderie mantengono linee da corsa, anche se siamo lontani dal Kentucky o dall’Irlanda.

foto: theequinest.com
Costituzione, temperamento e capacità: come riconoscere un cavallo purosangue
Può sembrare un cavallo da fiaba: snello, armonioso, lucente. Ma il purosangue inglese è prima di tutto una macchina costruita per correre. Ogni parte del suo corpo, attraverso secoli di selezione, è stata adattata a un unico scopo: la massima velocità e resistenza.
Fisico dello sprinter: altezza, corporatura, mantello
Un tipico purosangue inglese raggiunge un’altezza al garrese compresa tra 157 e 175 cm, più spesso tra 162 e 165 cm. Le caratteristiche distintive sono:
- testa leggera e asciutta con profilo dritto (senza il naso aquilino tipico degli arabi)
- lama lunga e obliqua inclinata a 45-50° – è proprio questa che permette un passo così lungo
- arti muscolosi con zoccoli duri e piccoli
- pelo corto e lucido nei mantelli baio, sauro, grigio, talvolta nero
La struttura si traduce direttamente nelle prestazioni. Lunghezza della falcata? Circa 7-8 metri. Il cuore? Proporzionalmente il più grande tra tutte le razze: 1,2-1,5% della massa corporea, in alcuni esemplari anche di più. La potente groppa genera un impulso che permette di raggiungere i 70 km/h su una distanza di un chilometro.

fot. horsemensguide.com
Temperamento del purosangue inglese – un cavallo per il cavaliere esigente
Energico, intelligente, sensibile al massimo. Il purosangue è il classico “sangue caldo” – reagisce a ogni stimolo, richiede una mano esperta e movimento intenso e regolare. Non è un cavallo per principianti. Gli esperti lo definiscono una “razza attiva per esperti” – se non gli dai un lavoro, se ne troverà uno da solo. E probabilmente la sua idea non ti piacerà.
Una buona scelta per un cavaliere sportivo ambizioso. Decisamente non adatto a chi cerca un compagno tranquillo per passeggiate domenicali.
Corse, sport e tempo libero: dove lavora oggi il purosangue
Macchina da corsa: gare piane e a ostacoli
Il purosangue è nato per correre – e lo fa meglio di qualsiasi altra razza di cavalli. Gareggia principalmente nelle corse piane (1.000-2.400 m) e ad ostacoli (2.000-4.000 m), portando sul dorso il fantino insieme alla sella per un peso totale di circa 50-60 kg – il cosiddetto sistema dell’handicap ponderale serve a equilibrare le possibilità nelle gare.
La portata di questa industria? A livello globale si organizzano oltre 100.000 corse all’anno, solo negli Stati Uniti circa 50.000. I montepremi ammontano a circa 10 miliardi di dollari all’anno. Gli eventi di punta – Royal Ascot nel Regno Unito, Prix de l’Arc de Triomphe in Francia o Kentucky Derby negli USA – attirano milioni di spettatori e somme di denaro enormi.
| Paese | Gare annuali | Esempio di corsa |
|---|---|---|
| USA | ~50 000 | Kentucky Derby |
| Regno Unito | ~9 000 | Royal Ascot |
| Francia | ~6 000 | Prix de l’Arc de Triomphe |
Dalle piste al podio olimpico
Folblut non è solo corse. Negli sport olimpici rappresenta circa il 70% tra i vincitori del CCE alle Olimpiadi 2024 – il suo sangue domina anche nel salto ostacoli. Leggende come Frankel (14 vittorie, guadagni da record) o il giapponese Equinox (velocità oltre 70 km/h) dimostrano di cosa sia capace questa razza.
In Polonia? Popolazione ridotta – circa 1.500 cavalli – principalmente in allevamenti privati. Nel 2024 si nota un aumento delle importazioni dall’Irlanda, i folblut corrono sugli ippodromi di Varsavia e Breslavia, e i cavalieri esperti li utilizzano volentieri anche per il tempo libero. Ma questa velocità ha il suo prezzo – quale?

foto: royal-horse.com
Il lato oscuro della velocità: salute, doping e controversie sul benessere
Ogni record ha il suo prezzo – e nel caso del purosangue spesso a pagarlo sono proprio i cavalli. Dietro i risultati spettacolari sulle piste si cela un tema di cui il settore delle corse preferisce non parlare troppo apertamente: infortuni, doping, destino dei cavalli dopo la fine della carriera e le conseguenze di una selezione estrema.
Lesioni e morte in pista – quanto costa un record?
Le statistiche sono impietose. Secondo i dati dell’American Veterinary Medical Association (AVMA), si registra circa 1,5 decessi in pista ogni 1.000 partenze. Le organizzazioni animaliste, come PETA, stimano che solo negli Stati Uniti muoiano circa 2 cavalli al giorno, principalmente a causa di lesioni all’apparato muscolo-scheletrico: fratture dell’osso del pastorale, strappi ai tendini, articolazioni del garretto compromesse. Il problema? La selezione per la velocità non va di pari passo con la resistenza dello scheletro.
Doping, macelli e inbreeding: le principali accuse contro il settore
A questo si aggiungono ulteriori controversie:
- Doping e antidolorifici – il clamoroso scandalo del 2018, quando il campione della Triple Crown, Justify, risultò positivo alla scopolamina e la questione fu insabbiata. Solo le nuove normative antidoping IFHA (2025) dovrebbero cambiare questa situazione.
- Destino dopo la carriera – si stima che ogni anno circa 10.000 purosangue finiscano al macello negli Stati Uniti, perché il settore non riesce a gestire la grande quantità di cavalli “inutili” dopo la fine delle corse. Esistono programmi di riqualificazione, ma coprono solo una piccola parte della popolazione.
- Inbred – il coefficiente di inbreeding nel purosangue inglese raggiunge il 15-20%, il che si traduce in problemi di salute e fertilità. In Polonia l’argomento è esploso negli anni 2016-2020, quando sono sorte controversie sulla gestione delle scuderie statali (come Janów Podlaski) e sui metodi di allevamento.
Il settore cerca soluzioni – ma ne parleremo tra un attimo.

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Allevamento, genetica e scelta del purosangue inglese – guida pratica per te
Se stai pensando di acquistare un purosangue inglese, va bene – ma ricorda che non è un cavallo qualsiasi. È un investimento vivente, un intreccio di geni registrato in un unico libro genealogico da quasi 300 anni e secondo regole piuttosto precise. Prima di spendere i tuoi soldi, vale la pena capire come nasce un tale cavallo e a cosa prestare attenzione durante l’ispezione.
Dai geni al paddock: come si alleva un cavallo purosangue
I cavalli purosangue inglesi costituiscono una popolazione chiusa: ogni esemplare deve avere antenati registrati nel General Stud Book. Non esiste “presunto purosangue” – o è nel libro genealogico, o non lo è. Dall’inizio del XXI secolo la maggior parte dei paesi (ad esempio gli Stati Uniti dal 2001) richiede test del DNA per confermare l’origine. I cavalli hanno 64 cromosomi (non 66, come talvolta viene erroneamente riportato), ma tecnicamente questo è un dettaglio per il laboratorio – a te basta sapere che il DNA verifica il pedigree e rileva alcune malattie ereditarie, come ad esempio le mutazioni MSTN legate alla distanza dello sforzo.
Allevamento? La gravidanza dura circa 340 giorni. Gemelli sani sono una rarità – la maggior parte degli allevatori rimuove uno degli embrioni, perché il rischio di aborto è troppo alto. Un cavallo in allenamento ha bisogno di 20-30 kg di avena al giorno più fieno – sono costi considerevoli, ancora prima che scenda in pista.
Quanto costa un purosangue inglese e come scegliere quello giusto per te
Prezzi? I puledri partono da 10.000 USD per un cavallo semplice e arrivano fino a 500.000 USD per quelli ben nati. L’élite costa milioni – Fusaichi Pegasus, dopo aver vinto il Kentucky Derby, è stato ceduto a un sindacato per circa 70 milioni di USD. Il purosangue inglese è un investimento da valutare con attenzione.
A cosa prestare attenzione durante l’acquisto:
- Scopo: gare, completo, tempo libero – ogni utilizzo richiede un temperamento diverso
- Esami veterinari (radiografia delle articolazioni, cuore, polmoni)
- Genealogia – controlla i risultati degli antenati, non solo del padre
- Test genetici: MSTN (predisposizione alle distanze), marcatori di malattie
- Carattere – osserva il cavallo nel box e durante la longe
Non acquistare d’impulso. Prepara un budget per il veterinario, l’addestratore e l’alimentazione: il cavallo stesso è solo l’inizio.
Il futuro del purosangue inglese – quale sarà il destino del cavallo più veloce del mondo?
Dai suoi inizi nel XVII secolo in Inghilterra fino ai moderni circuiti di corse internazionali, il purosangue ha attraversato un’impressionante evoluzione. Oggi è il cavallo la cui velocità, resistenza e genetica hanno plasmato la maggior parte delle razze sportive contemporanee, mentre l’industria delle corse vale circa 50 miliardi di dollari all’anno. Ma cosa ci riserva il futuro? In quale direzione si sta muovendo l’allevamento del cavallo più veloce del mondo e quali cambiamenti ci attendono nel prossimo decennio?

foto: ihearthorses.com
Genomica, CRISPR e dati: una nuova era nell’allevamento del purosangue
La rivoluzione è già iniziata. Le ricerche sul gene MSTN (responsabile dello sviluppo muscolare) hanno aperto agli allevatori nuove possibilità di selezione, e dopo il 2025 sempre più centri stanno sperimentando l’editing genetico (CRISPR), anche se le normative cercano ancora di tenere il passo con la scienza. La Federazione Internazionale delle Autorità Ippiche (IFHA) afferma chiaramente: “Il futuro del purosangue risiede nei dati genomici”. Già oggi le schede genomiche dei cavalli aiutano a prevedere non solo la velocità, ma anche la resistenza agli infortuni – un aspetto chiave del benessere animale.
Parallelamente si sviluppano tecnologie per il monitoraggio degli allenamenti (sensori di frequenza cardiaca, analisi del movimento), che secondo le previsioni potrebbero ridurre gli infortuni di circa il 20 percento entro il 2030. Le nuove normative antidoping IFHA sono sempre più restrittive, mentre i programmi di riqualificazione – la “seconda carriera” per i cavalli dopo le corse – stanno guadagnando popolarità. Tutto questo fa sì che il purosangue del futuro sarà non solo più veloce, ma anche più sano.
Il tuo ruolo nel futuro del cavallo più veloce del mondo
Globalmente, le corse stanno guadagnando forza: i mercati asiatici (Cina, Dubai) offrono montepremi che superano i 100 milioni di USD, e il leggendario allenatore Aidan O’Brien afferma chiaramente: “Thoroughbred è il culmine dell’evoluzione del cavallo sportivo”. Ma il futuro dipende anche da te – come proprietario, allevatore, investitore o tifoso. Cosa puoi fare?
- Scegli scuderie e allevamenti con certificazioni di benessere animale (ad es. HBLB, programmi nazionali di welfare).
- Sostieni i cavalli dopo la carriera nelle corse: adotta, supporta il retraining, promuovi le organizzazioni che si occupano della “seconda carriera”.
- Quando acquisti un cavallo, controlla i dati genomici e la storia familiare: una selezione intelligente è la chiave per generazioni sane e veloci.
In realtà, il purosangue non ha bisogno di una rivoluzione: ha bisogno della nostra responsabilità. Perché ciò che faremo oggi deciderà se nel 2030 avremo un cavallo ancora più veloce o solo una triste storia su come abbiamo sprecato un miracolo genetico.
Tommy U.
redattore sport & lifestyle
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